Terapia Fotodinamica (PDT)
La Terapia Fotodinamica (PDT) è capace di colpire bersagli ad una certa profondità , nel caso di deposizioni di pigmento profondo come nei tatuaggi, ovvero negli angiomi carcinosi. Si rivela utile ed efficace in quanto ricorre ai sistemi NeodymioYag Laser Q-switched che, lavorando con frequenza di 532 o 1064 nanometri.
La luce si rende interprete di ulteriori sistemi terapeutici quando, ad esempio, viene fatta interagire con particolari sostanze cosiddette fotosensibili.
Sostanzialmente la sostanza fotosensibile viene fatta assorbire a livello della lesione da trattare e succeessivamente va irraggiata con particolari frequenze che corrispondono ad emissioni cromatiche (blu, arancio, rosso) eventualmente miscelabili fra loro.
L’esposizione alla radiazione luminosa determina l’attivazione della sostanza cui segue un’emissione di particelle energetiche capaci di innescare una serie di reazioni capaci di produrre un effetto terapeutico sulla lesione trattata.
Si parla pertanto di terapia fotodinamica (PDT) generalmente basata sull’impiego dell’acido 5 – Amino Levulinico (5-Ala).
Viene sfruttata quando il target è esteso ad aree vaste, che non potrebbero essere trattate chirurgicamente (cuoio capelluto, dorso, etc.) e generalmente la si rivolge alla terapia dell’acne in fase acuta, ovvero di forme precancerose o neoplastiche conclamate del tessuto cutaneo.
La chiave dell’efficacia dei vari sistemi laser, come di quelli che sfruttano le radiofrequenze o anche gli ultrasuoni focalizzati, risiede nella comune osservazione che lo stimolo del derma medio-profondo (1 – 1,5 mm), comunque prodotto, determina la produzione di collagene, elastina ed acido ialuronico, nonché l’attivazione dei fibroblasti, anch’essi deputati alla sintesi di fattori di crescita e comunque protagonisti ella rigenerazione tessutale.
Vedi anche: INESTETISMI CUTANEI