Mastoplastica Ricostruttiva
Ricostruzione del Seno
MASTOPLASTICA RICOSTRUTTIVA
Nell’ultimo decennio, la lotta alla patologia neoplastica dellamammella ha fatto notevoli passi avanti, per cui la prognosi delle pazienti affette da questi tumori è sensibilmente migliorata. Se aggiungiamo che l’età media d’insorgenza di tali forme tende ad abbassarsi, è facile concludere che il numero delle donne, che, ancora giovani, si ammalano di K(cancro) mammario è in continua ascesa.
Questo fenomeno, associato all’attenzione sempre maggiore che oggi si pone alla qualità della vita, porta in primo piano il problema della ricostruzione mammaria.
Fortunatamente la chirurgia plastica si è impegnata a fondo nel capitolo della ricostruzione della mammella, potendosi peraltro giovare delle sinergie che nello stesso settore vengono attivate dalla chirurgia estetica e quindi, a tutt’oggi, questa procedura può vantare risultati estremamente apprezzabili per cui è sempre più richiesta.
In passato era eseguita a distanza di tempo dall’intervento demolitivo per l’asportazione del carcinoma, mentre oggi è sempre più frequente l’associazione tra le due procedure in un’unica sessione chirurgica.
Sotto un profilo sistematico la ricostruzione della mammellasi potrebbe suddividere in ricostruzione protesica e biologica, ma, per maggior precisione, propongo di distinguere laricostruzione in tre categorie:
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la ricostruzione si riduce ad un semplice rimodellamento perché è stato eseguito un intervento chirurgico totalmente conservativo e quindi il riparo è eseguibile avvalendosi del tessuto preservato;
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la ricostruzione impiega mezzi protesici per la componente ghiandolare, mentre la cute asportata viene vicariata con la rotazione di lembi di vicinanza, ovvero con l’espansione di quanto residuato all’intervento demolitivo;
ci si avvale, sia per la ricostruzione dell’organo in toto, che eventualmente per il riempimento di una tasca mammariaesistente, di tessuto autologo che si ottiene allestendo lembi distanti, ruotati o liberi.
Non è infrequente che, all’intervento fondamentale, possano seguire altre procedure di “ritocco”, anche per adeguare il seno controlaterale alla forma ed alle dimensioni di quello ricostruito.
1. RIMODELLAMENTO
E’ la metodica di scelta nei casi di chirurgia conservativacome la nodulectomia o la quadrantectomia. Nei casi di asportazione minima (nodulectomia), specie se le dimensioni dell’organo mammario sono ragguardevoli, è sufficiente favorire lo scorrimento, in sede di asportazione, dei tessuti immediatamente contigui.
2. LEMBI DI VICINANZA e/o ESPANSIONE
Qualora invece la demolizione sia stata più consistente (quadrantectomia), ovvero la mammella in toto sia di modeste dimensioni, potrà essere indicato ruotare in sede mammaria il lembo fascio-cutaneo ‘toraco-epigastrico’ovvero il muscolo-cutaneo “latissimo del dorso”.
Sono entrambi lembi ruotati “di vicinanza”, impiegabili in associazione a mezzi protesici, nel qual caso si pongono come utile ausilio nella ricostruzione post-mastectomia. Il “latissimo del dorso” oltre a provvedere una quantità di cute generalmente sufficiente a compensare l’asportazione di un quadrante mammario, porta con sé una parte di muscolo adeguata a ripianare la demolizione ghiandolare.
Qualora non esistano controindicazioni particolari all’impiego di mezzi sintetici, o quando non vi sia una mammella controlaterale particolarmente ptosica, la soluzione che oggi viene più comunemente adottata è quella dell’espansore mammario.
Trattasi di protesi che viene posizionata al di sotto del complesso muscolare costituito da: pettorale, dentato e retto dell’addome e che, successivamente riempita con multiple infiltrazioni transcutanee di soluzione fisiologica, riesce a modellare, nell’arco di tempo di pochi mesi, una tasca muscolo-cutanea adeguata a contenere una protesi definitiva.
Questa procedura è oggi di gran lunga la preferita, in quanto la meno traumatica e soprattutto quella che, meglio delle altre, si presta ad essere iniziata contemporaneamente alla mastectomia. Essendo infatti il posizionamento dell’espansore una manovra estremamente rapida (30-45 minuti al massimo), ed eseguibile anche da un chirurgo generale sufficientemente preparato, essa si pone come “option” ideale da associare all’intervento demolitore.
3. LEMBI DISTANTI
Vengono generalmente impiegati quando esistono serie controindicazioni alle più semplici soluzioni protesiche, ovvero quando il target morfologico rappresentato dal seno controlaterale appare difficilmente conseguibile con metodiche più routinarie.
Mentre è piuttosto rara la confezione del lembo libero di gluteo, la soluzione più comune è quella del lembo T.R.A.M. (Transverse Rectus Abdominis Miocutaneus) che può essere impiegato libero o ruotato; in tale ultimo caso: mono o bipeduncolato; doppio (per la ricostruzione dei due seni contemporaneamente) o singolo; completo o decorticato.
Si tratta di un lembo generalmente cospicuo e pertanto adatto alla ricostruzione di seni grandi e maturi, o addirittura dei due senicontemporaneamente.
Per contro, va considerata la complessità dell’intervento, che ne controindica l’esecuzione in contemporanea con la mastectomia e l’associata morbilità della parete addominale che rischia di rimanere vulnerata dalla perdita della componente muscolo-rettale.
INTERVENTO DI MASTOPLASTICA RICOSTRUTTIVA
Ricostruzione del Seno
A seconda delle situazioni può trattarsi di:
1. Semplice rimodellamento della ghiandola residuata all’asportazione del tumore( nodulectomia, quadrantectomia, settorectomia…..)
2. Inserimento di espansore mammario sottomuscolare per la creazione di una tasca idonea ad ospitare la protesi definitiva.
3. Sostituzione dell’espansore con la protesi definitiva.
4. Rotazione di un lembo a) dalla parte superiore dell’addome (toraco-epigastrico)+/-espansore o protesi
b) dal dorso (latissimus dorsi) )+/-espansore o protesi
c) dalla parte inferiore dell’addome (T.R.A.M.).
5. Reimpianto, nella regione della mastectomia, di lembo completamente espiantato dalla sua sede anatomica naturale (gluteo, TRAM “libero”).
DURATA, ANESTESIA E REGIME
L’enorme varietà degli interventi possibili fa si che ci si possa trovare di fronte a semplici procedure, eseguibili in anestesia locale ed in regime ambulatoriale, come invece a lunghi e complessi interventi da affrontare in regime di ricovero e con l’ausilio dell’anestesia generale.
POST OPERATORIO MASTOPLASTICA RICOSTRUTTIVA
Anche questo parametro è variabile per le ragioni appena esposte, per cui l’intervento può decorrere senza comportare particolari disagi per la paziente, come pure si possono verificare condizioni che impongono qualche giorno di degenza in ospedale o in casa di cura.
COMPLICANZE MASTOPLASTICA RICOSTRUTTIVA
La ricostruzione protesica può comportare le complicanze tipiche di questo tipo di chirurgia: infezione, estrusione, capsulite retraente (vedi chirurgia aumentativa della mammella).
La ricostruzione biologica, ovvero eseguita grazie alla rotazione di lembi della stessa paziente, può invece comportare la necrosi (morte) più o meno estesa di tali tessuti, con una compromissione più o meno importante del risultato finale.
STABILITA’ DEL RISULTATO
La ricostruzione protesica può facilmente richiedere una o più revisioni chirurgiche nel corso degli anni successivi al primo intervento, specie a causa del diverso comportamento nel tempo del seno ricostruito rispetto a quello sano.
La ricostruzione biologica invece propone risultati più naturali ed un comportamento evolutivo molto più simile a quello del seno controlaterale, pertanto una minore o nulla necessità di ritoccare il risultato iniziale.
COSTI MASTOPLASTICA RICOSTRUTTIVA
Anche questo parametro risulta estremamente variabile a seconda dell’intervento considerato. Contatta lo staff del Prof. Contreas per conoscere i costi dell’intervento di Mastoplastica Ricostruttiva o fissa un appuntamento presso gli studi di Roma o Cagliari.