Liposcultura
Una pratica consolidata, ma con obiettivi sempre rinnovati
Chi non ha già sentito parlare di liposuzione, liposcultura, lipoplastica, etc.? In effetti si tratta di termini estremamente frequenti, addirittura familiari ed ormai nella cultura della maggior parte del pubblico sia femminile che maschile.
Sì, la cosiddetta ”lipo”, nata negli anni settanta dalle mani di insigni maestri come Fischer, Kesserling, Schroeder ed Illouz, ha avuto subito una grande diffusione, specie in Europa dove per l’ appunto è iniziata, forse perché dedicata ad un problema tanto sentito come quello dell’ adiposità, forse perché apparentemente poco lesiva, meno chirurgica e quindi più “soft”.
Forse perché adattabile alle singole esigenze e quindi anche riducibile a piccole procedure eseguibili in regime ambulatoriale.
Forse per tutte queste ragioni messe assieme, fatto sta che, ad onta di clamorosi incidenti di cui i media hanno fatto sempre ampia pubblicità, è sempre lì, sempre sulla cresta dell’ onda, fra gli interventi più richiesti nel settore della chirurgia plastica estetica.
Bisogna ammettere che questa predilezione del grande pubblico la tecnica se l’è saputa meritare ed infatti in tutti questi anni la liposuzione è cresciuta parecchio.
Nata come il mezzo per rimuovere piccole masse adipose dalla porzione più laterale delle cosce (le famose “culotte de cheval”), è divenuta nel tempo una tecnica in grado di risultati sempre più ambiti e sofisticati.
Fra i primi progressi ricordiamo che da monoplanare è diventata circonferenziale interessando non più il singolo lipoaccumulo, bensì dedicandosi al miglioramento complessivo degli arti.
Poi ha aggiunto al trattamento profondo anche quello superficiale e con questa tecnica si è conquistata la capacità di ottenere la retrazione cutanea e quindi un vero e proprio lift corporeo, al contrario del vecchio adagio che vedeva la “lipo” come causa di sicura flaccidezza residua.
Anche l’ anestesia e le tecniche “umide”o addirittura “tumescenti”(associate a voluminosa infiltrazione di liquido) hanno contribuito molto al suo sviluppo.
Si sono scoperti via via nuovi limiti di sicurezza applicabili agli anestetici locali, qualora iniettati in soluzioni estremamente diluite( Klein).
Questo ha fatto sì che la procedura si facesse sempre più esangue e che si ampliassero i limiti dell’ intervento ambulatoriale, quindi più agile ed eseguibile su un soggetto non allettato.
In tal senso vale ricordare che la precoce mobilità del paziente, associata ad una giusta compressione del segmento trattato, è una delle armi più efficaci contro la trombosi venosa, che a sua volta può dare origine alla più pericolosa e temuta embolia polmonare.
Così interventi più semplificati, ma non meno sicuri, perché più conosciuti, più standardizzati e quindi meglio eseguiti. Negli ultimi anni la tecnologia ha cercato di associare alla liposuzione altre tecnologie “adiuvanti” l’ improba fatica della cannula aspira-grasso.
Così è nata la lipo “ultrasonica” capace di sciogliere il grasso tramite apposite sonde e poi di aspirare l’ emulsione prodotta. Una tecnica ricca di molte promesse iniziali, ma che per gli alti costi dell’ attrezzatura necessaria e forse anche per qualche inconveniente legato al surriscaldamento delle sonde ultrasoniche, non ha avuto quello sviluppo che ci si poteva attendere.
Un futuro migliore sembra invece quello destinato alla liposuzione “vibroassistita”.
Si tratta di un motore, che, applicato a cannule di foggia tradizionale, riesce ad imprimere loro movimenti circolari e/o di va e vieni, così realizzando autonomamente quell’opera disgregatrice che, nella procedura tradizionale, viene svolta dall’aspirazione e dal braccio del chirurgo.
Con l’aiuto di questi presidi l’operatore è estremamente avvantaggiato; infatti, con uno sforzo muscolare estremamente più contenuto, vede amplificata l’ efficacia delle proprie cannule e quindi una riduzione significativa dei tempi di intervento.
Tutto a vantaggio dei pazienti, che riescono a conseguire risultati sempre più gratificanti con intereventi sempre più rapidi e meno complessi.
Quindi è venuta l’ epoca delle “lipo” importanti, che in un’ unica sessione ti cambiano la vita facendoti perdere anche due taglie! E non si tratta più soltanto di cosce, ma anche e soprattutto di fianchi e di addome.
Cosa poteva essere migliore in un mondo che da qualche anno non fa altro che proporre “top” supercorti ed ombelico con fianchi in bellavista!
Ecco perché “liposcultura” e non più “liposuzione”: ormai si lavora a 360 gradi su regioni corporee ondulate, sinuose e dai profili delicati.
A noi chirurghi plastici non si chiede più di ridurre un fastidioso “bozzo” sull’ esterno della coscia, ma di ricostruire un profilo su nuovi diametri e per fare questo, a volte, c’ è addirittura bisogno di fare il contrario del solito.
Sì, quante volte infatti si è costretti a levare da un posto ed a mettere in un altro?
Ormai è cosa sempre più all’ ordine del giorno.
Così si riparano infossamenti dovuti a traumi infantili, ovvero retrazioni esitate a banali iniezioni intramuscolari. O anche le semplici “clessidre” costituzionali tanto frequenti fra le nostre donne.
Ma perché no: si può anche trasportare il grasso in distretti corporei più distanti: così si riesce a modificare il profilo di un seno, ovvero a riempire un solco del viso, etc.
Infine, da ultima, ma non per ultima, l’ enorme prospettiva che il grasso sta facendo balenare nel mondo della terapia antinfiammatoria e rigeneratrice.
E’ ormai provato infatti che il contenuto di grandi quantità di cellule staminali rende il proprio grasso capace di migliorare i tempi di guarigione di un’ ulcera torpida ovvero di modificare utilmente la retrazione cicatriziale di un vecchio processo infiammatorio.
Insomma ogni giorno c’è un fatto nuovo e l’ orizzonte della vecchia “liposuzione” si fa sempre più ampio e promettente tanto permetterci di affermare la nascita di un presidio nuovo, più completo e più efficace, che, in versione sicuramente più adeguata, chiameremo LIPOTERAPIA.
IL CHIRURGO RISPONDE
“Dopo la seconda gravidanza ho sviluppato un addome voluminoso che non riesco a ridurre con la dieta. Mi hanno detto che dovrei sottopormi ad addominoplastica, ma ho paura di quelle lunghe cicatrici………Non crede che con la sola liposuzione potrei ottenere ugualmente un buon risultato .”.(M.A. da Tempio)
E’ una domanda molto comune, che trae origine dalla paura dell’ intervento di addominoplastica. E’ difficile risponderle senza averla prima visitata; infatti la sua descrizione e l’ accenno alle gravidanze mi fanno pensare ad un addome che non ha soltanto un problema di grasso, ma anche di cedimento muscolare. Non posso essere categorico, ma ho il sospetto che il suo sia un caso da “lipoaddominoplastica”, ovvero dove sia necessario impiegare sia la tecnica di liposuzione che quella chirurgica di plastica addominale.
“Gentile Prof. Contreas, Le scrivo per ricevere alcune informazioni:sarei interessata ad eseguire una liposcultura sui fianchi, glutei ed interno coscia; mi piacerebbe conoscere i prezzo, il tipo di anestesia per l’intervento e quanto può essere utile al fine della conoscenza.La ringrazio anticipatamente per la sua cordiale attenzione.
Distinti Saluti”
Cagliari, A.P.
Carissima Giorgia, eseguo questo tipo di trattamento generalmente in anestesia locale ed in regime ambulatoriale. Logicamente il caso non deve essere troppo esteso altrimenti lo si tratta in più sessioni ovvero si opta per il trattamento in Casa di Cura con una notte di degenza. Il costo di quello che chiedi è difficile da quantizzare senza una visita preliminare e soprattutto senza sapere se verrà trattato ambulatoriamente, in ricovero, ovvero in una o più sessioni. A titolo eminentemente orientativo, ti posso anticipare che la spesa non dovrebbe essere inferiore ai 3000 euro.
A presto,
Vito Contreas