Chirurgia Bariatrica
e Post-Bariatrica
Dopo un forte dimagrimento come rimuovere la pelle in eccesso? A parlare è il dottor Vito Contreas, specialista in chirurgia plastica e generale
Il crescente aumento dell’obesità sta provocando un allarme sanitario e sociale anche in Italia.
La situazione è preoccupante, soprattutto per l’alta percentuale di minori in sovrappeso.
Oltre che da fattori genetici, l’obesità dipende da stili di vita poco salutari, da un’alimentazione non corretta, irregolare, e da una scarsa attività motoria.
Può condurre a gravi disfunzioni cardiocircolatorie, al diabete e a problemi articolari.
Un valido contributo all’eliminazione di quella massa eccessiva di tessuto adiposo che resiste a diete, alla specifica chirurgia bariatrica e post-bariatrica o ad altri trattamenti è possibile grazie alla cosiddetta liposuzione, un intervento di chirurgia plastica che consiste nell’aspirazione del grasso sottocutaneo.
Quando questa rimozione supera certi limiti, si pone però il problema della pelle rimasta in eccesso, che bisognerà rimuovere con successivi e ulteriori interventi chirurgici.
Ne parliamo con il dottor Vito Contreas, specializzato in chirurgia generale e plastica.
L’obesità rappresenta un grave problema sociale. Come fare per arginarlo?
«L’obesità è oggi un problema di grande rilevanza.
L’obesità infantile, poi, è addirittura una vera e propria emergenza.
Per questa ragione, è necessario correre ai ripari, iniziando dalle scuole fino ad arrivare ai mass media.
Bisogna assolutamente invertire la tendenza negativa in atto, mettendo in risalto i danni provocati da un’alimentazione sregolata e da una vita sedentaria».
Rispetto al passato, oggi l’obesità riceve molta attenzione anche da parte della medicina.
«Ovviamente.
È aumentato il fenomeno e quindi, di conseguenza, anche l’attenzione della medicina e della chirurgia nei suoi confronti.
Negli anni, si è sviluppata una consapevolezza maggiore di questa condizione patologica e si è perciò anche evoluta una soluzione chirurgica al problema, finalizzata al dimagrimento.
Una chirurgia che, a sua volta, attraverso il dimagrimento, crea la problematica della pelle in eccesso».
Possiamo approfondire questo aspetto?
«Certamente.
L’ex-grande obeso, quella persona cioè che ha avuto un forte dimagrimento ovvero che si è sottoposta ad un importante intervento di liposuzione, è una persona che ha perso sì il grasso in eccesso ma che, al contempo, ha guadagnato un sovrappiù di pelle, diventata improvvisamente inutile.
Questa pelle extra va ad alterare la morfologia della persona, compromettendone per altri versi l’aspetto estetico.
Così, se prima era poco attraente a causa del grasso, adesso il problema si ripete a causa di quest’eccesso di pelle».
Quindi, in seguito a forte dimagrimento ovvero ad estesi interventi di liposuzione, è nata una sorta di post-chirurgia tesa a correggere questo problema della pelle in eccesso?
«Esattamente.
Tale chirurgia, detta comunemente chirurgia bariatrica anche se tecnicamente si dovrebbe definire post-bariatrica, sta crescendo sempre di più proprio perché stanno aumentando i presidi atti a far perdere peso in breve tempo ed in larga misura.
Quindi, questo è sicuramente un argomento di grande attualità, e io me ne occupo direttamente, in prima persona».
Quali sono i rischi maggiori e soprattutto quanto bisogna aspettare per affrontare questo secondo intervento?
«Il rischio maggiore, come in ogni chirurgia di scollamento, è la sofferenza della pelle che rimane, ma se il paziente non fuma e se non c’è un quadro diabetico di fondo, si tratta di un rischio accettabile.
E’ anche importante che questa chirurgia sia affrontata in una situazione di stabilità.
Quindi, se il paziente si trova ancora in una fase di dimagrimento, ed è previsto un dimagrimento significativo, allora non è il candidato adatto.
Ci si ritroverebbe infatti a lavorare su una condizione dinamica, destinata a cambiare e a trasformarsi ancora nel tempo.
La situazione ottimale prevede che il processo di dimagrimento sia arrivato ormai al completamento.
A quel punto, possiamo prendere in considerazione soltanto l’ eccesso di pelle”.
Allora è possibile intervenire appena terminato il dimagrimento?
«Diciamo che, dal momento finale, conclusivo, del calo ponderale, è meglio che sia passato un po’ di tempo.
Perché in fase di dimagrimento, le condizioni metaboliche del paziente non sono mai ottimali, non sono cioè adatte ad affrontare un intervento importante come questo».
La pelle a seconda delle fasce d’età ha anche un livello differente livello di elasticità. A tal proposito incide l’età del paziente?
«Più che l’età è importante la storia personale del paziente.
Ovvero, quante volte è ingrassato, quante volte è dimagrito.
È importante capire dove ingrassa maggiormente, alcuni ingrassano sul tronco e conservano invece un buon equilibrio a livello degli arti inferiori, che sono forse la regione più difficile da correggere.
Altri, invece, ingrassano soprattutto nella parte inferiore del corpo.
D’altro canto, la persona giovane ha sicuramente un recupero cutaneo migliore.
Per il resto, l’età non è determinante.
Vanno, insomma, considerati molti altri parametri».
Possiamo definire tale tecnica sicura? O bisogna ancora perfezionarla?
«Si tratta di interventi piuttosto importanti per quanto riguarda la perdita di sangue, liquidi, elettroliti e proteine attraverso le ampie superfici che vengono scollate.
Tuttavia la tecnica d’intervento è assolutamente affidabile, proprio perché studiata e perfezionata negli anni sull’esperienza dei numerosi interventi chirurgici effettuati in tutto il mondo.
Quello che resta fondamentale è il fatto di poter operare su pazienti preparati, su un soggetto cioè che possa affrontare e reggere bene questo tipo di trauma.
Oggi abbiamo la possibilità di poter valutare al meglio questa condizione, attraverso esami e indagini approfondite, e questo ci permette di effettuare degli interventi più sicuri rispetto al passato».
Lei svolge la sua attività nel Lazio e in Sardegna, dove esattamente?
«Svolgo la mia attività a Roma e a Cagliari presso delle cliniche o case di cura private dove eseguo, principalmente, gli interventi più complessi, che presuppongono il ricovero in una struttura dedicata.
Invece, la chirurgia cosiddetta minore può essere tranquillamente affrontata in regime ambulatoriale: ad esempio la chirurgia bariatrica / post-bariatrica delle braccia o la revisione di una cicatrice possono essere tranquillamente eseguite in anestesia locale.
Il discorso cambia per un intervento all’addome o ai glutei e alle cosce posteriori: quello più importante di tutti».
Arriviamo all’aspetto economico, questi sono interventi piuttosto costosi vero?
«Questi pazienti sono sottoposti ad un programma di interventi alquanto lungo, perché il loro è sempre un problema generalizzato a tutto il soma.
Peraltro, questa non è una chirurgia sviluppata a livello pubblico e di conseguenza i pazienti sono chiamati ad affrontare spese importanti.
Quindi, per loro, lo stress soggettivo, biologico ed economico è notevole.
Addirittura alcuni di loro sono costretti a ricorrere finanziamenti ma, sicuramente, l’affezione per il proprio corpo, per conquistare finalmente un aspetto socialmente più adeguato, alla fine, ha sempre la meglio».
In conclusione che consiglio darebbe a chi sta pensando di sottoporsi a un intervento di chirurgia bariatrica / post-bariatrica?
«È importante che la chirurgia bariatrica / post-bariatrica sia affrontata in una situazione di stabilità.
Se il paziente si trova ancora in una fase di dimagrimento allora non è il candidato adatto».